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Se la conceria non facesse il suo lavoro, che fine farebbero le spoglie animali?

Questa domanda nasce dal bisogno di stigmatizzare tante fake news circolanti che vogliono far leva su aspetti come animal welfare, quando in realtà trascurano i veri contributi della conceria nell'economia circolare e upcycling (=recupero). Se la conceria non facesse il suo lavoro, sapete che fine farebbero le spoglie animali? Molti (troppi) sono i falsi miti e i pregiudizi che girano attorno al nostro prodotto: la pelle. Nella maggior parte dei casi sono retaggi dovuti ai vecchi metodi di lavoro delle concerie, ma anche false informazioni lanciate da chi tenta di imitare la pelle con proposte alternative, o le sceglie spinto da motivazioni prevalentemente di tipo economico preferendo spesso prodotti non naturali, ma derivati dalla plastica perchè più economici.

Il ruolo vitale delle concerie nel trattamento delle pelli grezze

Le pelli grezze senza le concerie sarebbero a tutti gli effetti trattate come uno scarto e quindi finirebbero in discarica. Da qui le strade potrebbero essere due:

1. Verrebbero incenerite con conseguente produzione di inquinamento atmosferico. Ogni anno nel mondo la domanda di carne bovina a scopo alimentare genera 8 milioni di tonnellate di pelli grezze che, se incenerite, rilascerebbero 6.6 milioni di tonnellate di emissioni potenziali di CO2;

2. verrebbero mandate in discarica e i rischi a livello igienico sanitario sarebbero non indifferenti. Proprio per questo motivo il Governo Conte in occasione del lockdown del 2021 dovuto alla pandemia da Covid 19 ha permesso alle concerie di riprendere presto le loro attività produttive: per scongiurare effetti ambientali e sanitari non trascurabili..

Affermare “la concia inquina” o sapere che i suoi scarti vengono trasformati?

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